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Anche Steve Wozniak, detto Woz, co-fondatore della Apple, ha aspettato come tutti gli altri. “E’ da 30 anni che non faccio una fila così lunga – ha spiegato l’altro Steve, che indossava una maglietta con scritto “la fila comincia qui” – dall’ultimo concerto dei Rolling Stones a cui sono andato”.
“Non ci sono trattamenti di favore”, spiegano da Cupertino. E neanche le star sono sfuggite alle legge della fila. Il pr di Cher è stupito: “Ma Oscar e Grammy – si chiede scherzosamente – non ti garantiscono la precedenza?”. E così, anche la superstar (o meglio, il suo assistente) è stata costretta ad aspettare, come tutti gli altri.
Adesso che l’iPhone è nelle mani degli acquirenti, però, si dicono tutti soddisfatti. “Non l’ho neanche provato, l’ho solo acceso – ammette fred Sagemore, da San Francisco – ma è il gadget più bello che abbia mai visto”. Niente ferma i fan. Neanche il prezzo, non proprio accessibile: tra i 499 e i 599 dollari. “Mi sto giocando lo stipendio del prossimo mese – dice Jerry Taylor, 54 anni, appena uscito dallo store di New York – ma ne vale la pena. E’ un Apple!”
[…] Tratto da Repubblica.it
Apple vende iPhone (sono negli USA per ora) ed è delirio collettivo.
Questo è il gadget tecnologico più atteso della storia. Non entriamo nel merito di cosa sia in realtà questo piccolo gioiello tecnologico (pieno di difetti dicono in molti e in effetti sembrerebbe non perfetto), parliamo del fenomeno sociale.
Le isterie collettive sono sempre un fenomeno passeggero, in questo caso è diverso, qui, Steve Jobs ha assestato un altro colpo, ha venduto per l’ennesima volta un oggetto cult ricco di fascino e in grado di creare dal nulla un piccolo pezzo di storia. Dei nuovi media, ma non solo.
Ma perché? I detrattori della Mela dicono che è solo apparenza, fumo, marketing, design. Io dico che c’è qualcosa di più: Steve genera piccoli oggetti fashion che funzionano (generalmente molto bene) perché sembra siano dotati di un’anima.
E’ un paradosso, ma è così. Steve genera con il suo marchio oggetti anche molto costosi, che in alcuni casi non sono competitivi in termini tecnologici con altri, ma sono in grado di raccogliere emotività, passione e una fidelizzazione che mai si era vista in un ambiente generalmente arido di sentimenti come è di fatto quello informatico.
Ai più questo appare un mistero. Io dico che è una dote. E’ frutto di un buon mix di cultura, passione, tecnologia e capacità di portare l’innovazione semplice in mezzo alla gente.
E questo in precedenza non lo aveva mai fatto nessuno.
Quindi viva l’iPhone anche se non è perfetto e non fa le mille cose che altri oggetti fanno. E’ completamente intriso di filosofia Apple e questo agli amanti della Mela basta. A chi guarda il dettaglio tecnologico parrà una quasi bestemmia. Ma è così. Io stesso non potrei usare un altro lettore Mp3 se non l’iPod, anche se tutti i giorni mi arrabbio (ma poi mi passa) perché non ha una radio!
La Apple rimane (almeno nella capacità di comunicare se stessa e il proprio brand) cinque anni davanti agli altri.
E ora aspettiamo di averne tra le mani uno e poterlo criticare ed esaltare fino allo sfinimento.
Intanto guardiamoci questo bel video del NYTimes con David Pogue…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VcRfAaIb2Ro&eurl=[/youtube]
potrà non sembrarti, leggendo quello che ho scritto sul mio blog in proposito, ma sono assolutamente d’accordo con te.
non lo compro.
non lo compro. non lo compro. non lo compro.
anche – ma non solo – perché quelle mille cose avrebbe potuto farle senza sforzo. e allora mi sento preso in giro.
ma sono d’accordo con quanto dici, anche se non penso che l’iPod abbia un’anima: solo un discreto algoritmo di selezione dei brani 🙂
beh, un po’ di contro ci sono, e sono riportati da chi ci sta nel mondo Mac, non da me…
http://www.italiamac.it/opinioni/tutti-i-limiti-e-i-vincoli-del-sistema-iphone-3.html
…che la Apple sia in grado di “vendersi” ottimamente, nessuno può negarlo.