Da quando esistono i blog sono qualcosa di “provvisorio”. Ogni anno sembra essere l’ultimo anno.
Ma i blog esistono da oltre dieci anni e ci sono ancora, sono lì, sopravvivono. Più volte anche io ho detto che stavano per morire, ma ora un po’ mi devo ricredere. L’argomento è scacciafiga come direbbe il buon Enrico, ma va sintetizzato un piccolo passaggio che sfugge ai più.  O almeno mi sembra.

I blog che sono morti e defunti sono quelli nati per gestire cose semplici, qualche diario, qualche chiacchiera, la quotidianità anche stupida e leggera: condivido foto, battute, aforismi, video da youtube, orribili gif e jpg trovati in rete, qualche notizia del media mainstream (i soliti quotidiani on line, i siti di notizie, ecc. ecc.). Insomma quello che gli “autori/utenti” alla fine hanno imparato a fare su Facebook, semplicemente perché lì ci sono tutti, amici e non amici, conoscenti o sconosciuti. Scrivo qualsiasi cosa e mi arrivano tonnellate di mi piace, commenti, link. Esattamente come succedeva nelle tribu dei blog, anche quelle erano piccoli Social Network. Da Splinder in sù. Facebook non è casa tua, ma neanche un blog su Tiscali lo era. Quindi i blog “leggeri” sono stati abbandonati a favore della Grande Social Rete.

Sono sopravvissuti molti blog, quasi privi di commenti, con i post rimbalzati guarda caso proprio su Twitter, FriendFeed, Facebook e ora anche Google+. Sono sopravvissuti i blog di nano-publishing che ormai non sembrano più blog (tanto sono infarciti di ADV). L’anima dei blog si è impossessata di tutti o quasi i siti web e per la maggior parete sono “blog nascosti” realizzati con CMS come WordPress (come quello che state leggendo). Facile, semplice, tuo. Ma meno aggiornamenti, meno commenti, meno lettori di RSS. Ma forse – e dico forse – con una maggiore qualità dei post. Scrivo meno, scrivo meglio…

Poi ci sono i siti internet quelli seri, quelli che non usano il modello dei blog. Quelli però ormai fan tutti l’occhiolino ai social network e in alcuni casi al successo di piattaforme con iOS nate per gli iPhone e opportunamente migrate su iPad e affini.
Quindi l’importante ai fini del web marketing è sempre stare sui social network o almeno da un po’ di mesi su un tablet.

Quindi il web è più o meno questo. L’utente scrive e partecipa dove sa che ci sono altri utenti che scrivono e partecipano. O almeno leggono.

Tanti blog chiusi o in via di chiusura (Splinder chiude tra meno di 30 giorni per esempio).
Qualche blogger che continua imperterrito (come il sottoscritto) ad aggiornare uno o più blog, meno di prima, e forse con meno entusiasmo (inserendo rigorosamente i link sui vari social) e… Facebook (per ora).

Poi c’è Twitter, che ora va di gran moda. Io l’account l’ho aperto esattamente 5 anni fa, ma ora Twitter (a cui vanno tutte le mie simpatie) piace tanto perché ci sono i VIP italiani (forse grazie al successo di smartphone e tablet che rendono semplice la twittata). Così uno ha la sensazione di essere amico di Fiorello, Jerry Scotti, ecc. ecc.
Nutriamo il nostro ego di persone normali usando un po’ le tecnologie per sentirci in fondo meno soli e meno sconosciuti, cosa che su Facebook è ormai meno facile da ottenere.

Forse il web è questo o forse no. Evolve in tante direzioni, dire cosa sarà domani è tremendamente pretestuoso dirlo.

Pubblicato da Andrea T

Andrea Toso

Una risposta su “Dei blog che non muoiono mai, dei siti che ormai sono blog e i social cosi”

  1. I blog continueranno a vivere e si evolveranno… molto più “twitter” e meno siti web tradizionali…

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