About life, experiences, blogging (di Lele Dainesi)

Ho chiesto ad alcuni amici della mia piccola social network di cimentarsi in una “prova” creativa per festeggiare la nascita di I blog it!: un post con lo stesso titolo, il risultato lo vedrete pubblicato di volta in volta qui, stesso titolo e autore diverso.
E’ la volta di … Lele Dainesi, grande funambolo della comunicazione digitale e podcast addicted (www.leledainesi.com)

Ho appena schiacciato play sul cd di casa, sono sprofondato nel morbido divano che sto bagnando con le goccioline rimaste aggrappate all’accappatoio. Sto per fare l’amore con il gruppo preferito del momento, nel pomeriggio (ho segnato la data sul diario) sono finalmente riuscito a avere una copia dell’ultimo disco degli Stones, che uscirà nei negozi solo agli inizi della prossima settimana.

Mi attende un week-end di ascolti e riascolti, letture e pasta fresca al sugo. Ho comprato tutto quello che serve –anche qualcosa da fumare- per riuscire lunedì a tenere il mio simposio sul nuovo lavoro discografico; tra le grigie pareti dell’ufficio. Di professione faccio il ragioniere, ma di musica ne so più di chiunque altro a Milano.

E’ partito da queste parole, ritrovate in un vecchio diario impolverato, un piccolo viaggio che ho fatto qualche giorno fa su
come è cambiata l’esperienza di ascolto della musica, oggi che gli iPod sono i nuovi salotti di casa e la casa è diventata la strada.

Il modo in cui i giovani si stanno nutrendo di musica, non è più neppure lontanamente paragonabile alle esperienze del Dante del vecchio diario. La disponibilità di musica è cresciuta in modo esponenziale e l’orecchio artistico -che serviva un tempo per decretare il successo o il fallimento di un nuovo lavoro discografico- si è trasformato in un’avvenente bocca carnosa. La bocca della grande conversazione online, delle discussioni nei forum, dei giudizi espressi nelle chat e nei siti dove si possono scaricare i file .torrent, di un album appena lanciato sul mercato.

Il caso più eclatante in tutto il mondo rimane Myspace, ambiente di socializzazione creato da Brad Greespan nel 2003. Da sedici a cinquantuno milioni di visitatori unici, cento milioni di iscritti, revenues arrivate già a duecento milioni di dollari, una quota di mercato del venticinque per cento di tutti i videoclip visti online. Gli Gnarls Barkle, gruppo rivelazione dell’anno, sono stati incubati dentro questa community che, con il passaparola, li ha portati all’attenzione di milioni di persone anche fuori dalla rete.

Solo dieci anni fa, la scoperta di un nuovo gruppo o di un cantante emergente era un rito compiuto da soli o se proprio con qualcuno, con il migliore amico, spesso dopo il lavoro. La frequentazione periodica di una buona boutique musicale, la conoscenza di un commesso esperto, era il modo più veloce e professionale di affrontare l’esperienza
della “scoperta”; e di accaparrasi i migliori cd in uscita.

Oggi non solo i nuovi supporti hanno cambiato il modo di ascoltare la musica, ma la stessa idea di maneggiare le note è del tutto nuova. Su iTunes Music Store sono disponibili per il download due milioni di brani di cui il miliardesimo è stato venduto a febbraio (il caso ha voluto fosse “Speed of Sound dall’album X&Y dei Coldplay).

Nel 2006 le vendite di brani musicali scaricati via Internet o sul cellulare sono triplicate, raggiungendo un ammontare di 1,1 miliardi di dollari contro i 380 milioni del 2004 (dati Ifpi). Quest’anno si arriverà probabilmente a toccare il 10% dei ricavi totali dell’industria discografica.

“Demonoid” e “The Pirate Bay” vanno però ancora per la maggiore tra i ragazzini che voglio ascoltare tutto prima di comprare (diciamo così). Allofmp3 è quel sito “professionale” che le major hanno denunciato in primavera, perchè permette di scaricare un intero album al prezzo di 0.99€, con un livello di qualità che può decidere l’utente. Più è elevato e più si paga.

Il risultato è che oggi si parla sempre meno di tracce, ma di playlist, rating dei brani, condivisione, acquisti in DRM e
piattaforme di pagamento. Ci si ritrova con dischi pieni zeppi di mp3, flac, acc, ogg vorbis, dopo un po’ ci si dimentica di averli e si compra un altro hard disk più grande perché il primo si è inspiegabilmente riempito e buttare via qualcosa sarebbe uno scempio.

È come se il mondo della musica fosse andato sotto sopra: una volta un disco si riascoltava almeno due o tre volte prima di dare un giudizio. Ora si fa un rapido screening e se il pezzo non piace, sotto un altro brano. L’effetto è che ognuno si sta costruendo un proprio concetto di sound molto marcato e vaga all’eterna ricerca di brani che possano rafforzare quell’emozione.

Una volta si usciva di casa per comperare il disco e ci si rintanava per ascoltarlo, oggi lo si compra online seduti nel salotto di casa e poi lo si ascolta andando in bici, facendo jogging, in metropolitana mentre si va al lavoro o si va a fare la spesa. Quest’anno Tucano ha venduto migliaia di fasce per tenere gli mp3 player attaccati al braccio mentre si corre.

Le goccioline, insomma, ci sono sempre sull’accappatoio, ma questa volta sono di sudore, per la lunga corsa con le cuffie nelle orecchie.

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