No, la rete non ha bisogno di queste cose. Non ha bisogno di classifiche e non ha bisogno di celebrità.
Continuiamo a dirlo e continuiamo a leggere cose così banali.
A parte alcuni personaggi a cui mi lega un vincolo di vera amicizia (e che meritano la citazione), vedo i soliti nomi che fanno tutti parte di un club che fa dell’autoreferenzialità e dell’amicizia con i soliti giornalisti (sempre quelli) un vero e proprio meccanismo perverso.
Mai un nome nuovo? Assenza quasi totale di donne. Mai una novità da tre anni a questa parte. La cosa è un po’ irreale no? Aprite i vostri feed reader al mondo per cortesia. Ah, non sapete cosa è un feed reader? Come non detto.
La citazione di manager un pochetto scarsi e di starlette fallite affossa completamente questa operazione, che comunque si affossava da sola già con il titolo.
Tristezza. Anzi no. Ignoranza.
Quando un bel reality Endemol con i “Soliti della rete”?
I commenti sono chiusi
l’ho visto ora l’articolo…confesso che ho pensato…vuoi vedere che son finita anche là…
invece concordo…con tutto il bene per i soliti che conosciamo (granieri beggi ecc…) non è sicuramente la classifica dei più noti, più letti della rete …. la blogosfera è grande. Molto più grande
Sul reality ci stanno andando vicino (parlai di The Your Truman Show tempo fa): per il resto sono d’accordo con te come al solito ci ritroviamo qui a dire sempre le stesse cose. Ci sarà un perchè..basta trovarlo ed è fatta.
Non capisco se ti dà più fastidio il fatto che ci sia stato una sorta di tentativo di classifica o i risultati.
Perchè poi, mi sembra di capire, i risultati si rifanno a dei voti (messi a disposizione in un file) espressi da persone interpellate da Vision.
Quello che a me non è chiaro è il concetto di celebrità in questo caso, specie confrontandolo con la classifica di Forbes, da cui l’articolo prende spunto…
Mah… La rete è tanto grande, ci succedono tante cose.
C’è posto per chi vuol farsi le classifiche, guardando sempre nel solito angolo e pure per chi guardando le classifiche gli vien da ridere, sapendo che quell’angolo è in verità solo un punto di una sfera…
Non t’arrabbiare troppo, Andrea e lasciali giocare in cortile.
Fuori c’è il sole!
E ci son più cose in cielo e in terra che in qualsiasi classifica.
Tutte cazzate. Non le cose che scrivi tu, le cose che scrivono loro, ma il convento passa questo e noi o ci mangiamo la minestra oppure…pace.
In fondo non è che uno specchio del paese anche se c’è gente che quei nomi non li ha mai sentiti nominare.
No, guarda Svaroschi, io non capisco come ci si ritrovi sempre con i stessi nomi. Anzi lo so e mi da fastidio. E’ una cricca. Gente che conosce sempre e solo le stesse persone e incontra le stesse persone e legge le stesse persone e per uno strano miracolo quelle persone diventano (non sono) il gotha della rete. Da anni.
Mi sembrano dei naufraghi su un’isola piccola piccola che a turno si citano.
Idiozia pura.
Non entro nel merito del pezzo (per ovvi motivi). Posso solo dire che si trattava più che altro di un divertissement.
Invece mi interessa di più la storia della cricca autoreferenziale: ecco, qui secondo me sbagli. Il fatto che vengano indicate certe persone non significa che si tratti di un gruppo chiuso dove si parlano solo gli stessi quattro. È solo che usando certi criteri ottieni certi risultati, e fortunatamente di criteri ne esistono parecchi altri (molti dei quali, altrettanto fortunatamente, non sono misurabili).
Il problema è che quando vengono fuori ‘sti maledetti discorsi di autoreferenzialità (che sono in giro da dieci anni) arriva sempre qualcuno che cerca di farsene forte e ottenere una visibilità che non merita.
Boh, son stato confuso come al solito e sicuramente sono la persona meno indicata a commentare la cosa. Però davvero io non ci ho trovato nulla di male.
Il punto di partenza è stato Forbes.
Il concetto di celebrity, come fa notare Antonella, è vasto. Il criterio è stato quello di mostrare la classifica internazionale e di chiedere a chi interpellato la scelta di persone che consideravano celebrità della rete (non solo blogosfera, dunque). Era parte della risposta, per quanto mi riguarda.
Ovvio che per te – e per il 90 per cento delle persone che vivono la rete – questi sono i soliti nomi, le solite persone, le solite e stupide classifiche.
Ma per me, la cosa più importante, è che non importa quanto soliti siano i personaggi. Chi vive la rete non è un campione rappresentativo. E al di fuori della rete, nessuno – nessuno – conosce questi nomi, eccetto quello di grillo. Questo per me è molto più triste e grave di qualsiasi altro elenco di persone definite come celebrità.
Sulla scelta dei giurati, beh, scelta arbitraria e personale, chiaramente. Ma sono persone per me autorevoli, non si deve per forza essere d’accordo. Noi abbiamo trattato i risultati con assoluta trasparenza.
Tutto qui 🙂
Comunque divertissement è la parola giusta, ovviamente.
Credo di essermi spiegato non male, ma malissimo. Ovviamente la frase “arriva sempre qualcuno che cerca di farsene forte e ottenere una visibilità che non merita” non era in alcun modo riferita ad Axell. Con quella frase intendevo dire che:
– per me l’autoreferenzialità e la cricca chiusa sono dei miti.
– quando questi miti vengono tirati fuori (accade periodicamente ed è normale che sia così) capita che altre persone, come dire, cavalchino l’onda per ottenere visibilità. E spesso purtoppo si tratta di troll. Ovvio che non dico che non si possa parlarne, ogni tanto un po’ di autoanalisi fa bene. Però non mi piace il meccanismo che si genera ogni volta. Tutto qui.
Non entro nel merito del discorso sull’autorevolezza e sull’autoreferenzialità. Sottolineo invece, perchè mi interessa molto, la considerazione di Andrea su “l’assenza quasi totale di donne”. Come in ogni altro campo, ed è triste che la blogosfera si allinei, i “criteri di selezione” sono implicitamente o esplicitamente maschili.
Secondo me c’è più la difficoltà di rispondere ad una domanda complicata 🙂 Per quanto mi riguarda anche io sono partito dalla perplessità di Antonella – comunque nel tentativo di rispondere alla domanda fatta con correttezza e legittimità da Marina con una risposta sensata… ovvio nei limiti della mia intelligenza e delle mie capacità. La verità è che la vera risposta era una non risposta 🙂 Scorrendo la classifica di Forbes si nota che c’è gente diventata “famosa” con il web, e grazie al web (come imprenditori miliardari o come produttori di contenuti) e quindi mi è sembrato che il metro di “celebrità” fosse inteso come quella visibilità data dalla frequentazione dei media tradizionali e dal relativo pubblico più coeso e generalista (riviste, articoli, copertine, ecc). In Italia mi sbaglierò ma mi sembra non ci sia niente del genere: una celebrità nativa del Web e dal web emersa (per quel che può valere; ovvero per me niente) fino ad altri luoghi mediali che storicamente (e chissà ancora per quanto) più alimentano riconoscibilità sociale. Per banalizzare io ho tradotto la domanda “celebrità del web” con “buona probabilità di essere riconosciuto/a fuori dal web”. Questa è stata la mia interpretazione della domanda, e secondo questa interpretazione, io non ne conosco… (certo a meno di non considerare celebrità “acquisite” e non native del web come Beppe Grillo e Daniele Luttazzi). E allora, come da mia risposta, ho detto che l’unico caso è quello di Selvaggia Lucarelli – ormai stantio e di qualche anno fa. E poi (e spero che almeno la speranza scherzosa sia legittima) ho espresso un mio parere per il futuro: Zoro 🙂 Just my two cent, peace e un abbraccio! 🙂
Andrea,
personalmente Vision mi ha telefonato chiedendomi una lista. Ora mettiti nei panni di un ipotetico giurato (certo puoi sempre dire “la domanda mi pare scema non rispondo”) e rispondi a tono: chi sono le persone piu’ celebri della rete italiana (c’era scritto celebri, non quelle che a me piacciono di piu’)?. Provaci,vedrai che e’ una domanda alla quale e’ difficile rispondere. E se non sei un amante del manuele cencelli capisci anche come la questione che poni (per esempio quella della presenza femminile) e’ discretamente malposta. Per curiosita’ prova: chi sono per te le 5 persone piu’ celebri della rete italiana?
Ecco ora sei nei guai. 😉
saluti
Massimo, Antonio, Marina, Federico…
Io ho un po’ esagerato i toni, lo ammetto. Ma…
Mi rendo conto che la domanda non poteva che portare ad un certo tipo di risposte e per carità, al 90% le persone che sono venute fuori sarebbero state anche nella mia lista.
La cosa che mi affligge è fare il filo a Forbes in questo modo. Il gioco va dichiarato prima.
Io credo che ci siano persone che lavorano sulla Rete in Italia (o Italiani all’estero) che fanno veramente innovazione. E’ un gioco? Va bene, ma non serve a nulla. Non è neanche divertente. Solo questo. Non sposta l’attenzione, insomma è una scatola vuota.
E secondo me abbiamo bisogno di scatole piene.
Io avrei segnalato indubbiamente delle donne (vedi Eleonora di Lulu.com o la stessa Roberta Milano, o ancora Antonella Svaroschi), ma sarei comunque stato di parte. Ci sono sicuramente grandi donne nella rete italiana e non vengono fuori da un articolo così.
Sarebbe bello fare un’inchiesta vera.
E verrebbero fuori delle celebrità diverse, per un pubblico diverso. Non il nostro solito club.
Insomma, il giochetto secondo me era fine a se stesso.
Bastava dirlo invece di esordire con una frase come:
“Non si tratta semplicemente di trovare il corrispettivo nostrano di Michael Arrington o di Robert Scoble, ma di capire chi – nella parte italiana del web – viene considerato una celebrità”…
Nella parte Italiana del web???
Beh… insomma… Mi sembra che la premessa del gioco non regga molto.
Massimo, hai ragione, ma io mica ce l’ho con chi ha risposto. In realtà non ce l’ho proprio con nessuno.
Detesto le classifiche, ma questo si sa.
Beh, pensavo che bastasse l’introduzione come premessa “Dopo la classifica internazionale delle celebrità del web redatta da Forbes, VisionPost ha chiesto ad alcuni esperti di provare a creare un elenco tutto italiano.”
saluti e auguri a tutti 🙂
Marina non ce l’ho con te.
E mi scuso per i toni.
Ma detesto queste forma di inutile rappresentazione del club.
Fa male al club e fa male alla nostra piccola società digitale che fa fatica a fare proseliti.