Si è parlato molto e discusso altrettanto sulla controversa classifica di BlogBabel, anche su questo blog, non con poca difficoltà.
Ne ho parlato e ne parlerò forse ancora, anche se il dibattito in se un po’ mi annoia, ma vorrei puntializzare un pensiero che mi frulla in mente dopo aver letto una trentina di post sulla chiusura di blogbabel (temporanea) di questi giorni. Per chi non fosse informato qui ci sono un sacco di post che ne parlano.
Ma sappiamo cosa è (era) BlogBabel? Beh sì. Sicuramente una controversa classifica di blog e poi una finestra (anche questa un po’ controversa) di quello che i blogger discutono ogni giorno. Post, libri e video. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’eliminazione dal computo dei link dei tumblr con relativa sommossa di chi invece pensava (come me) che anche questi strumenti sono conversazione e come tale oggetto valido di misurazione.
Una cosa sicura (almeno per me) è che Blogbabel non è (era):
– un servizio (per esserlo devono esserne definiti i limiti e le funzionalità e BB non faceva nulla di tutto questo, tutto era molto “umorale” è ballerino)
– una sperimentazione (forse all’inizio, ma le sperimentazioni che durano anni o portano a risultati intermedi o vivono ad oltranza e quindi diventano discutibili o inutili)
– una conversazione (sì, in apparenza, ma nell’era della conversazione on line, o si discute alla pari o non si discute e chiaramente gli inventori devono stare al gioco, se non lo fanno e impongono comunque la loro “paternità” e la loro “ultima parola” allora… questo va bene per un “servizio” anche se gratuito)
– un gioco (no, la classifica non è un gioco, ha mosso molte cose in una blogosfera fatta di pochi e spesso privi di scrupoli)
– un business (non si è mai visto un business model anche se all’inizio venne annunciato, non si crea un business a tentoni o in corso d’opera)
– un demonio (no, BB è meno importante e meno negativa di quello che si pensa o si può dire)
– un catalizzatore di conversazioni (sì, ma metaconversazioni, con tutto il limite che queste hanno e la tentazione di mordersi sempre e comunque la coda)
Quindi la differenza con Wikio, BlogItalia o Technorati? Beh, almeno in questi casi si è partiti con servizi di “proprietà” di un editore o pseudo tale. Non servizi riconducibili ad un’unica persona (seppur dotata di grandi capacità e ingegno), ma ad un’entità aziendale e come tale riconoscibili, tutelabili e opinabili come lo sono tutti i servizi on line fatti di pregi e difetti. Io in questi servizi non mi sono mai sentito parte in causa, non ho mai pensato di poterli migliorare, se non come si può fare con un comune servizio on line, da utente/cliente. BlogBabel invece puntava al dialogo per migliorare se stessa. Una strada pericolosa e difficile da percorrere. Ma anche in questo caso, una strada. E se si decide di percorrerla si devono mettere in conto le ire degli utenti, le loro opinioni, le loro pazzie, i loro suggerimenti. O lo si fa o no lo si fa. La cosa è molto digitale. O uno o zero.
Per questo che penso che il messaggio (umorale) comparso a Pasqua sia molto vicino al dilettantismo e poco al professionismo. Con tutti i limiti, pregi, difetti di chi fa attività per diletto e per volontariato al servizio di… e qui i punti di sospensione sono d’obbligo… Al servizio di chi? Per che cosa? E io a queste domande su BB non ho mai saputo rispondere, e non sono solo.
In bocca al lupo agli inventori di BlogBabel sperando che il blocco si sblocchi e che le menti tornino a pensare.
Senza BlogBabel la rete è comunque più povera.
Non ho mai bazzicato BB, ammetto di non saperne molto, ma due cose sono certe: 1) nella blogsfera il fiele scorre a fiotti 2) L’annuncio di chiusura, come l’ho letto, non contiene meno fiele.
Allora, non mi preoccuperei troppo per la questione.
Di gestioni personalistiche è piena la rete, ma forse è il suo bello. Il non-bello è quanto l’arroganza sia estremamente diffusa, anche in chi accusa di arroganza gli altri…
Non siamo quindi in grado di gestire la partecipazione! Web 2.0 è partecipazione, personalizzazione, condivisione e collaborazione: 2 su 4 sembrerebbero più utopie a questo punto!
Io penso che il marcio di BB sia da sempre la classifica. Il concetto di classifica proprio perchè verticale, gerarchica che sottointende la scelta di criteri valutativi non è adatto in un ambiente orizzontale quale è (o quale si propone di essere) la Rete. Se diciamo in Rete di essere tutti nodi paritari, tutti uguali, perchè ci ostiniamo a ragionare come nel mondo analogico in cui qualcuno è più uguale degli altri???